Siamo ciò che eravamo: gli scavi archeologici dell’UniSalento
Guida semplificata agli scavi archeologici più rilevanti del Salento, patrocinati e studiati dall'Università degli Studi del Salento.
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action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /web/htdocs/www.apochipassi.it/home/wp-includes/functions.php on line 6114Ci sono posti e posti, in Salento. Ci sono i borghi antichi, i centri storici arabeggianti, le marine lambite dai pescatori e le camminate del lungomare con ristoranti, piazze, gente che passeggia e gode dell’odore del mare e del vento di levante. Ci sono piccoli paesi dell’entroterra che arricchiscono il patrimonio culturale salentino con dialetti serrati e ricette antiche, ci sono le spiagge bianche, le spiagge glamour e le discoteche prese all’arrembaggio da ragazzi e ragazze di tutta Italia.
Poi c’è Porto Selvaggio. Porto Selvaggio è un piccolo mondo a parte, uno scrigno se non privato quantomeno intimo. Un Parco Naturale Regionale, istituito nel 2006 da apposita legge regionale e tutelato dal FAI tra i “100 luoghi da salvare”. Situato nel territorio di competenza del comune di Nardò, a livello morfologico sono 1100 ettari di terreno, dove la pineta e la parte boschiva si alternano a sprazzi paludosi per terminare in una lunga parte costiera puntellata da scogli, grotte e conche dall’acqua color cielo limpido.
Come abbiamo già scritto, è situato nel comune di Nardò e si trova lungo la SP286, quella strada scenografica che porta in direzione località Santa Caterina da Sant’Isidoro. Vi ritroverete costoni di roccia nuda andando verso sud, campi arsi sulla vostra destra, e oltre scorgerete lotti e lotti di piante e finalmente la massa azzurra d’acqua, lo Jonio. Idealmente, i confini del Parco sono dettati da due estremità: a nord località Lu Rinaru, una spiaggia completamente rocciosa, e a sud Torre dell’Alto, un’antica torre di avvistamento di cui vi parleremo dopo.
Il bus regionale 104 collega Porto Selvaggio coi principali centri abitati: Porto Cesareo, Gallipoli e Lecce. In macchina, sarà sufficiente fermarsi al parcheggio privato “del curvone” (localizzazione google maps certificata) sulla SP286, che consente di lasciare l’auto in sosta per il prezzo di 3,00€ per tutto il giorno.
Dal parcheggio, poi, c’è da camminare un bel po’ nel Parco Naturale seguendo i sentieri che portano ai diversi approdi sulla costa. Di conseguenza, una considerazione: non è una spiaggia adatta a chi ha problemi di deambulazione, né per chi vuole lettini, ombrelloni e divanetti dove pranzare sotto un dehors. È caldamente consigliato portarsi uno zaino/borsa contenente food, beverage a sufficienza, e anche delle scarpe comode da camminata.
Un altro ingresso è quello posto in località Villa Tafuri, più vicino a Santa Caterina rispetto al parcheggio privato “del curvone”. Comunque sia, le regole sono le stesse anche a Villa Tafuri: macinare chilometri, portarsi dietro l’occorrente per una giusta permanenza. Altrimenti, mica si chiamerebbe Porto Selvaggio!
Data la sua estensione importante, è difficile pensare di coprire tutte le tappe di Porto Selvaggio in un’unica giornata, a meno che non si voglia passare la giornata come dei nomadi. Però non menzionarle tutte sarebbe un delitto.
Scogli sul filo dell’acqua, la macchia mediterranea alle spalle, la linea orizzontale sterminata del Mar Jonio davanti a voi: questa è la incantevole scenografia della Baia di Porto Selvaggio. Piante di carrubo, di ginepro, di campanula, di rosmarino, di salvia e di salicornia vi regaleranno i profumi tipici di queste terre, e oltre a godervi il silenzio della natura potrete anche scoprire altri panorami mozzafiato, come la Grotta Verde o la Grotta Gaia, due pozze naturali intarsiate sotto la costa. Inoltre, proseguendo verso sud, potrete visitare Torre dell’Alto, che offre dei tramonti meravigliosi e una vastità di spazio incredibile, vi sentirete i protagonisti di un romanzo del ‘700 che devono fare da guardia al litorale.
Anche la baia di Uluzzo gode di scorci spettacolari. Il terrapieno scosceso e il sentiero impervio rendono questa località meno frequentata rispetto alla Baia principale, perciò per gli amanti della solitudine e dell’immersione totale nella natura e nei suoi ritmi, è l’ideale. A Baia di Uluzzo inoltre c’è la Grotta del Cavallo, un sito archeologico di rilevanza nazionale dato che sono stati ritrovati reperti archeologici risalenti ad oltre 120mila anni fa. Lungo la costa che risale verso nord, in direzione Porto Cesareo, si arriva in località Serra Cicoria, dalla morfologia fatta di strane alture rocciose, mitiche, che ricordano i film fantasy migliori, dove sono stati ritrovati altri reperti del neolitico e vasi di terracotta di valore inestimabile.
Porto Selvaggio non è la solita esperienza da comfort zone turistica. Bisogna camminare, mettersi in gioco. Ci sono oltre 400 ettari costieri dove poter stendere un telo, aprire un libro e immergersi completamente nella spiritualità di questi luoghi. Il tramonto qui è più profondo, la notte è più sacra. Dovete però mettervi in gioco, perché Porto Selvaggio è selvaggio di nome e di fatto. Potrà essere faticoso, ma ne varrà la pena.