Eccellenze italiane: noi ci siamo!
Siamo brand ambassador di Eccellenze Italiane, un risultato bellissimo, che ci inorgoglisce e che mette in risalto ancor di più il territorio tarantino.
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action or later. Please see Debugging in WordPress for more information. (This message was added in version 6.7.0.) in /web/htdocs/www.apochipassi.it/home/wp-includes/functions.php on line 6114Il Salento è ormai mitizzato, assurge come stereotipo di luogo dove passare almeno una settimana all’anno. I flussi turistici si diversificano in tutte le direzioni e latitudini, condensandosi laddove si riesce a soddisfare al meglio la propria esigenza di vacanza.
Ci sono dei paesi che meritano davvero di esser visti, sia che in Salento si venga per ballare, sia che l’obiettivo vacanziero sia passare le giornate su un bel materassino gonfiabile ormeggiato tra una boa e l’altra, disperso nel mar Ionio.
Sì, i borghi salentini sono davvero caratteristici, ma noi di “a pochi passi” vogliamo farvi conoscere qualche posto meno battuto dalla massa, perché pensiamo che è bello seguire il flusso, ma è altrettanto bello andare controcorrente.
Comune di 30mila abitanti, Nardò è il più esteso e popolato tra i borghi che vi elencheremo. Il centro storico di Nardò è fatto di stradine strette, lastricate nella classica chianca (pietra) levigata leccese, ed ospita delle opere architettoniche di spessore, come la Basilica di Santa Maria Assunta o la Chiesa di San Domenico, con la facciata in carparo intarsiata divinamente. Da segnalare anche la Guglia dell’Immacolata in piazza Antonio Salandra, che riveste un ruolo fondamentale nell’immaginario locale, in quanto costruita per commemorare il terremoto del 1763 che sconvolse il Salento. Su tutta Nardò svetta il Castello Acquaviva, una tipica struttura militare aragonese, sede del Comune di Nardò. Inoltre Nardò è un paese vivace, dove artigianato e enogastronomia rappresentano un fulcro economico importante, quindi anche passarci una serata risulterà davvero piacevole.
Galatina conta 26mila residenti, si trova nel pieno entroterra salentino ed ha una caratteristica unica: vi sono ben 5 porte di accesso a questo piccolo paese, di cui 3 fanno ancora parte dell’antica cinta muraria di Galatina. Le tre porte hanno nomi evocativi: Porta Luce, che volge in direzione ovest, Porta San Pietro che si trova nella zona nord del centro storico, e Porta Cappuccini, dove transitavano i monaci di un antico convento, che guarda in direzione est. Il centro storico di Galatina è un fiorire di palazzi barocchi, con la Torre dell’Orologio e il Palazzo Ducale che dominano lo scenario. Imponente è anche la chiesa matrice di San Pietro e Paolo, posta nell’omonima piazza. La chiesa di Santa Caterina, poi, è un fiorire di affreschi che lasciano stupefatto il visitatore.
Calimera è un posto piccolo, ma che sprigiona un’energia mistica. D’altronde, è l’epicentro della Grecìa Salentina, quel particolare lembo di terra dove si parla il griko, un dialetto derivato dall’antico greco che si parlava in queste zone, prima che i romani giungessero a dominare nel cosiddetto tacco d’Italia. Il paese di Calimera è davvero un borgo, conta appena 6mila abitanti, ma per gli appassionati di storia antica è una tappa irrinunciabile: qui, infatti, nei giardini pubblici di Calimera, si trova la stele greca, donata dalla città-madre Atene direttamente agli abitanti della vecchia Calimera. Inoltre, in una chiesa di campagna, la chiesa di San Vito, c’è un menhir integrato all’interno della stessa chiesa: sin dal ‘600, questa peculiarità ha riunito in un sincretismo mitico cristianesimo e folklore locale.
Acaya è un’anomalia rispetto ai classici borghi del Sud Italia, e del Salento: il suo centro non è fatto di piccole viuzze strette che si intersecano, ma è una città fortificata e squadrata, dove le strade si incrociano rispettando una geometria rettangolare. Questo è stato voluto da Gian Giacomo dell’Acaya, barone locale e noto ingegnere, che rese la cittadina un polo fortificato per affrontare gli sbarchi e le incursioni dei Saraceni.
Oggi Acaya è una piccola frazione di 450 abitanti, ma il suo castello è ancora una meta imperdibile per gli appassionati di architettura, e ci sono anche una serie di attività ricettive dove poter passare una cena o un pranzO all’ombra del borgo antico.
Rispetto al nostro “a pochi passi”, Specchia è un po’ più lontana delle altre mete, però può anche fregiarsi di far parte del club dei “Borghi più belli d’Italia”. Specchia è l’esempio perfetto di paese barocco salentino: un dedalo arabesco di vie e piazze, ad ogni passo c’è una facciata barocca da ammirare, un palazzetto in pietra, su tutto il Castello Risolo, che con la sua torre merlata osserva il movimento per le strade di Specchia. Ci sono numerose strutture architettoniche, come la Chiesa di Santa Eufemia o la Chiesa Madre, che meritano una visita, così come i bellissimi frantoi ipogei sparsi per tutto il territorio.
Certo, sono cento chilometri dalla nostra struttura, ma è pur vero che Specchia si trova sul versante orientale del Salento, a meno di quindici chilometri da Tricase e dalla sua Marina. Quindi, perché non approfittare di una gita a Specchia per conoscere meglio il mare adriatico salentino?