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La tradizione tessile del Salento: storia, prodotti tipici, la realta oggi - A Pochi Passi

Una delle più rinomate e storiche attività artigianali tipiche del Salento è senz’altro la tessitura. Il Salento, conosciuto tanto per le bellezze architettoniche, quanto per la bontà dei suoi prodotti enogastronomici, offre anche spunti di economia che non godono spesso di luci della ribalta nazionale.

Ma per questo ci siamo noi di “a pochi passi”, orgogliosi di diffondere e divulgare la totale bellezza e profondità del nostro splendido territorio!

Oggi infatti vi raccontiamo della tradizione tessile del Salento, e nello specifico della storia di Casamassella, un paesino di nemmeno mille abitanti frazione di Uggiano La Chiesa, vicino ad Otranto.

La storia: dal mondo al Salento

L’industria tessile fu una delle realtà più fruttuose, dal punto di vista economico, per la nascente società industriale dell’ottocento e del novecento. Si passò dalle piccole botteghe ad immense warehouse, capannoni dove vivevano e lavoravano centinaia di operai e operaie, addetti alla gestione degli infiniti telai che producevano di tutto: vestiti, arazzi, tappeti. Uno dei telai più in voga era (ed è tutt’ora) quello a pedali, che ha una forma rettangolare ed è costruito con il legno d’ulivo.

La storia si sposta dunque in Salento, a Casamassella, dove nel castello dei Marchesi De Viti De Marco, la giovane donna Carolina decise di sfruttare le arti del ricamo salentino per iniziare una produzione più massiccia, specifica, per esportare i propri manufatti in tutte le latitudini. Donna Carolina ci vide lungo, perché grazie all’arrivo delle materie prime come il lino irlandese, il cotone grezzo e altre varietà necessarie alla tessitura, le commissioni di lavoro venivano tanto dai confini nazionali quanto dall’estero: America, Russia, erano queste le nazioni che richiedevano le opere tessili salentine, pregiate e particolari.

Donna Caterina, inoltre, fondò nel 1905 una scuola sartoriale a Maglie, che accolse oltre 500 allieve, e istituì un modus operandi comune per i prodotti filari salentini, che si arricchivano di innovazioni su innovazioni, ma si fondavano su una speciale tecnica: il punto a fiocco leccese.

Il fiocco leccese, un “punto” fermo

Una delle peculiarità della scuola salentina era la tecnica del fiocco leccese, di origini saracene, che conferiva al prodotto finale una superficie piacevolmente arricciata. Dal fiocco leccese si sono edificate poi altre tecniche, come quella del punto Maglie, nata sempre nella scuola sartoriale di Donna Caterina, oltre al punto in aria e al punto ad ago.

I manufatti tipici dell’industria tessile salentina

Si produceva di tutto: cuscini, asciugamani, tappeti, arazzi, pizzi, merletti, vestiti, stuoie, cuscini, davvero ogni genere di manifattura. Ci sono anche esempi di peculiari oggetti tessuti tipicamente in Salento e di forte tradizione locale, come le coperte imbottite dette “buttite” fatte a Nardò e Galatone, riempite di bambagia tra due teli uno rosso e uno verde, che costituivano un imprescindibile corredo matrimoniale della sposa. C’è il tombolo, che consiste nell’intrecciare i fili intorno ad aghi puntati su un disegno sistemato su grossi cuscini cilindrici. E ancora, il chiacchierino, tessuto con la tecnica della spoletta sulle dita, che forma motivi e disegni concentrici.

Dal tessile al tabacco, e di nuovo al tessile

Purtroppo per Donna Caterina, negli anni ’20 prese piede la lucrativa coltivazione e manifattura del tabacco, che in Salento ha dominato tutto il secolo scorso, e di conseguenza la sua scuola di ricamo dovette chiudere per scarsità di iscritte, essendo tutte le sue allieve passate al ramo tabagista.

Ma per fortuna, tutto ritorna alle radici, prima o poi: proprio a Casamassella, nel 1982, nacque la Fondazione Le Costantine, uno dei primi progetti benefici volti a convincere i giovani meridionali (salentini nella fattispecie) a non abbandonare la propria terra bensì a restarci, per renderla prosperosa e tenerla viva, accesa, forte come il fuoco di un robusto camino.

Oggi la Fondazione è ancora attiva, e prosegue nel suo scopo di “costituire una sorgente di benessere e di elevazione spirituale per gli abitanti del territorio e incoraggiare i giovani a rimanere nel loro paese di origine con dignità e serenità”, come recita l’atto costitutivo della Fondazione Le Costantine, redatto il 28 maggio del 1983 e firmato da Giulia Starace.

Perché il Salento è una terra magnifica, e occorre restarci per continuare a migliorarla!