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Siamo ciò che eravamo: gli scavi archeologici dell’UniSalento - A Pochi Passi

UniSalento: un’eccellenza culturale del territorio

L’Università degli Studi del Salento è una delle migliori realtà universitarie del meridione. Fondata nel 1955, ha da subito assunto un ruolo centrale nel panorama della formazione culturale dei giovani neodiplomati, specializzandosi sia in corsi di laurea di taglio scientifico ed economico che soprattutto nelle materie umanistiche e artistiche, come la facoltà di Lettere e Filosofia. Con oltre 18mila iscritti, l’UniSalento è la seconda forza universitaria della regione, e attira studenti da ogni angolo del centro sud.

Beni Culturali, ovvero come approfondire le nostre radici

Uno dei corsi più battuti è senza dubbio quello di Beni Culturali, che porta avanti numerosi progetti di sterramento e di rilievi archeologici nel territorio salentino e anche nazionale. Il mantenimento e la scoperta di reperti e siti archeologici è una delle principali direttrici di sviluppo culturale (finanche turistico) di un luogo e di una regione, di conseguenza il lavoro svolto dal dipartimento di Beni Culturali dell’UniSalento è importantissimo per rinnovare e rinsaldare la storia archeologica di questa meravigliosa terra.

Oggi scopriremo insieme alcuni tra gli scavi archeologici più importanti del Salento, patrocinati dall’Università stessa, che si sviluppano in ogni latitudine delle vaste terre salentine.

Torre di avvistamento di Giuggianello

A Giuggianello, persistenti ricerche stratigrafiche (una particolare scienza dell’archeologia che prevede lo studio di diversi strati di terreno, per comprendere gli sviluppi della storia) ha portato alla luce una antica torre di avvistamento dell’età messapica (IV-III secolo A.C.) “Impiantata al di sopra di una struttura risalente all’età del Bronzo Medio (XVI-XV sec. a.C.), avente probabilmente analoga funzione. Risulta di particolare interesse il collegamento di questi elementi con il complesso sistema insediativo dell’intera regione, tanto da poter affermare che essi erano strumenti fondamentali per il controllo e la gestione del territorio” come si può leggere sul sito dell’UniSalento.

Insediamento messapico di Cavallino

Un piccolo gioiello archeologico: a Cavallino è stata ritrovata un’intera area fortificata, che si estende su 69 ettari di terreno. E’ a tutti gli effetti un villaggio di origini antichissime, risalenti all’età del Bronzo. Durante gli scavi sono stati ritrovati diversi manufatti, e soprattutto è stato possibile tracciare lo sviluppo nei secoli successivi dell’insediamento: “Nell’VIII secolo a.C. si assiste ad una rioccupazione del sito, con la costruzione di capanne a pianta ovale o absidata. Verso la metà del VI secolo a.C. l’abitato di Cavallino assume caratteri protourbani. L’area interna della città è solcata da una serie di assi stradali che convergono dalle porte aperte nella fortificazione verso una grande piazza pubblica. Lungo gli assi stradali si dispongono i quartieri di abitazione. L’abitato arcaico di Cavallino, al momento della sua massima espansione, viene improvvisamente colpito da una grave crisi che ne provoca un rapido abbandono, entro il primo trentennio del V secolo a.C.”

Abitato di Rudiae

L’insediamento di Rudiae è uno dei più estesi della Puglia meridionale (circa 100 ettari). Trattasi di un abitato di età messapica con centuriazioni romana di età repubblicana. Tra i reperti più completi rinvenuti durante gli scavi è sicuramente da menzionare il muro a secco di tufo e un tratto di strada con crepidini in blocchi e carreggiata in scaglie di calcarenite.

Scavi di Muro Leccese

Dal punto di vista puramente visivo, gli scavi di Muro Leccese sono tra i più completi e fotogenici, dato che oltre alle mura e ai vari basamenti sono stati ritrovati manufatti specifici che testimoniano la continuità abitativa nei secoli di questo sito archeologico. Lo scavo ha permesso di ricostruire la storia del centro murese, dalla sua nascita fino alla distruzione avvenuta per mano bellica romana nel III secolo a.c.

Insediamento di Vaste

Questo è uno scavo di primaria importanza anche per il dipartimento di Beni Culturali dell’’UniSalento: fin dal 1981 si conducono ricerche sistematiche in queste zone, poiché si rivelano sempre fruttuose in termini di scoperte aggiuntive sull’abitato iapigio e messapico che, si è stabilito, ha avuto vita dall’VIII al III secolo a.c. Recentemente, come si apprende sul sito dell’Università del Salento, “le ricerche sono concentrate in un’area posta sulle Serre di Poggiardo dove è stato riportato alla luce un complesso paleocristiano con tre edifici di culto costruiti tra il IV ed il IX secolo ed un cimitero con alcune centinaia di tombe. In questo settore è anche documentata la presenza di strutture di età messapica”.